Frosinone: l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio “salva” tre assistenti sociali
Avevano allontanato ingiustamente due bimbe dalla zia affidataria FROSINONE (13 marzo 2025) - Tre assistenti sociali di un Comune in provincia di Frosinone sono stati "salvati" dalla legge che ha abrogato il reato di abuso d’ufficio: nel 2022 avevano allontanato immotivatamente due bambine dalla zia, che le aveva in affido, per trasferirle in una casa famiglia. Il Tribunale per i minorenni di Roma aveva stabilito che il provvedimento, oltre ad essere ingiusto, aveva cagionato un danno alla donna e alle due ragazzine che stavano con lei dal 2018 e che avevano creato con la zia un legame solido e sano. Il Gip della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, accogliendo la denuncia presentata dall’avvocato Miraglia, legale della donna, aveva disposto l'imputazione coatta per tre assistenti sociali per abuso d’ufficio in concorso. «La legge Nordio nell'agosto 2024 ha abrogato il reato
Dopo più di due anni, i nostri tre piccoli tornano finalmente a casa!
(Milano 3 febbraio)Dopo un lungo percorso di incertezza e difficoltà, la situazione si è risolta grazie al trionfo di una sinergia professionale che ha unito competenze giuridiche, tecniche, psicologiche e pedagogico familiari . È la testimonianza concreta di come il rigore del diritto, unito a un attento supporto alle Persone, tradotto in un ponte tra le Istituzioni e le Famiglie, unita ad una gestione operativa impeccabile, all'interesse anche dei media e del mondo del volontariato, abbia permesso il ritorno dei bambini nel calore della loro famiglia. La famiglia è stata rappresentata legalmente dall’Avv. Miraglia, che ha dichiarato: “Questo ricongiungimento rappresenta non solo l’impegno e la dedizione dei genitori, ma anche il successo di un approccio multidisciplinare. Grazie all’applicazione pratica dei principi sanciti dalla legge n. 184/1983 e a una gestione tecnica accurata, abbiamo trasformato una situazione critica in un ambiente stabile e
Biella: educatrice denunciata per manipolazione di cue minori contro la mamma
(Biella 23 dicembre 2024) – Emergono preoccupazioni riguardo ai servizi sociali affidati alle cooperative, evidenziando la mancanza di controlli da parte delle istituzioni e i conseguenti abusi e ingiustizie che colpiscono i più vulnerabili. Questa è la situazione in cui si è trovata una madre biellese, coinvolta insieme alle sue due figlie di dieci e quattro anni. L’avvocato Miraglia, legale della donna, descrive una situazione allarmante. "A causa di compagni violenti, la mia assistita si è dovuta rivolgere a un centro antiviolenza. Di conseguenza, il caso è stato preso in carico dai servizi sociali e affidato a una cooperativa esterna". Ciò che doveva essere un percorso di protezione si è trasformato in un incubo. Durante un incontro protetto, la figlia maggiore ha riferito di essere stata picchiata dalla madre. Senza un'indagine approfondita, l’educatrice della cooperativa ha redatto una relazione accusatoria, dipingendo la donna come
Napoli, violenza e giovani, un grido di allarme che non possiamo ignorare
di Francesco Miraglia, La morte di Arcangelo Correra, diciottenne ucciso per un colpo di pistola esploso dal cugino, rappresenta una nuova e tragica ferita per Napoli. Non è il primo giovane che, in pochi giorni, perde la vita per un’escalation di violenza, e temo che non sarà l’ultimo, a meno che non decidiamo finalmente di guardare in faccia questa emergenza e di prendere provvedimenti seri e risolutivi. Questa tragedia segue di poche settimane la morte di Emanuele Tufano, un ragazzo di appena 15 anni, colpito durante una sparatoria tra adolescenti, e di Santo Romano, diciannovenne ucciso in una lite esplosa per un motivo banale. Sono tre giovani vite spezzate, in appena diciassette giorni, una sequenza di eventi tragici che interroga la nostra coscienza collettiva e impone una riflessione profonda sul nostro fallimento come società. In qualità di esperto in diritto penale
Convegno di Arad: La Sicurezza Pubblica e il Capitale Sociale come Pilastri della Protezione dei Diritti Umani
Il convegno internazionale “Sicurezza Pubblica e la Necessità di un Alto Capitale Sociale”, giunto alla sua sesta edizione e ospitato dal Consiglio della Contea di Arad, vedrà quest’anno la partecipazione dell’Avvocato Francesco Miraglia del Foro di Madrid. La conferenza, che si terrà il 15 e il 16 novembre 2024, rappresenta un’importante occasione di confronto per giuristi, accademici, esperti di criminologia e rappresentanti delle forze dell’ordine provenienti da tutta Europa, per riflettere insieme sui temi legati alla protezione della dignità umana, alla lotta contro la criminalità e al rafforzamento della sicurezza pubblica. La partecipazione dell’Avvocato Francesco Miraglia del Foro di Madrid, stimato esperto di diritto penale e difensore dei diritti umani, arricchirà il convegno con una prospettiva internazionale. Il suo intervento si inserirà nel contesto di un panel intitolato “Protezione della Personalità Umana Attraverso Mezzi Penali”, che affronterà temi di estrema attualità
Castelli romani, accusata di maltrattamenti e vessazioni alla figlia presunta omoses-suale.
Madre scagionata dopo cinque anni perché il fatto non sussiste VELLETRI (12 giugno 2024). Era stata accusata di aver maltrattato e sequestrato la figlia perché omosessuale, perdendo il suo buon nome e anche l’attività lavorativa. Ma dopo cinque anni giustizia è stata fatta: il Tribunale di Velletri ha scagionato una donna che vi-ve in un Comune dei Castelli romani perchè il fatto non sussiste. Restano però cinque anni nei quali la sua vita è stata distrutta. Nel frattempo ha ricucito i rapporti con la figlia, ma questo non la ripaga della gogna mediatica cui è stata sottoposta anche da parte di un’associazione che si occupa del sostegno alle persone gay e trans e che ha cavalcato de-cisamente l’onda per far pubblicità a sé e alla causa LGTBQIA+. Cinque anni fa la figlia della donna, che all’epoca aveva diciassette anni, aveva dichiarato la
Chieti: quattordicenne plagiata da un adulto, l’assistente sociale lo fa entrare in casa famiglia
CHIETI (29 aprile 2024). Una quattordicenne che vive nella provincia di Chieti è stata plagiata da un uomo molto più grande di lei, di 24 anni. Un uomo terribile, dai racconti che oltre ad avere degli incontri intimi con lei da quando aveva appena tredici anni, l’ha irretita a tal punto da farle odiare la famiglia, l’ha costretta a fare sesso con lui e a conse-gnarli le mance dei genitori per comperarsi la droga. La ragazzina è stata condotta in casa famiglia, visto il difficile rapporto che si è instaurato con la famiglia a causa delle mani-polazioni dell’uomo: ma invece di permetterle di vedere i genitori e il fratello per rico-struire un rapporto con loro, l’assistente sociale le fa vedere invece regolarmente l’uomo. E sostiene che sia la madre della giovane ad essere una persona “sbagliata”, tanto da aver allontanato
Considerazioni e riflessioni sull’art. 31 comma 3° del Testo Unico Immigrazioni
In base all'articolo 31 comma 3° del Testo Unico Immigrazione italiano (Decreto Legislativo del 25 luglio 1998, n. 286) il Tribunale per i minorenni, per gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico e tenuto conto dell'età e delle condizioni di salute del minore straniero che si trova nel territorio italiano, può autorizzare l'ingresso o la permanenza del familiare del minore che si trovi sul territorio italiano, per un periodo di tempo determinato, anche in deroga alle altre disposizioni della presente legge. L'autorizzazione è revocata quando vengono a cessare i gravi motivi che ne giustificavano il rilascio o per attività del familiare incompatibili con le esigenze del minore o con la permanenza in Italia. I provvedimenti sono comunicati alla rappresentanza diplomatica o consolare e al questore per gli adempimenti di rispettiva competenza. E' questa una disposizione che nell'ordinamento giuridico italiano trova applicazione in tutti i casi in cui al genitore del minore
Replica “Sorpreso a fare sesso con la Prof in carcere”
Gentile direttore de il Mattino di Padova, chiedo cortese replica e rettifica per conto della mia assistita, che stamane, con sorpresa e anche dolore, ha trovato il proprio nome pubblicato nell’articolo a firma di Cristina Gene-sin. La mia assistita, allo stato attuale, non è stata né processata né condannata e come tale merita il rispetto dovuto a chi è innocente, fino a prova contraria. Senza contare che l’aver accostato il suo nome ad un episodio così grave – senza attende-re l’esito processuale e la dichiarazione di una presunta colpevolezza della mia assistita – ha nuociuto gravemente alla sua persona e alla sua professione. Come potrà pensare di conservare il proprio impiego o trovarne di nuovi dopo che è stata trattata come una criminale, senza attendere il pronunciamento di un giudice? I fatti ripor-tati, poi, sono distorti e dissimili dalla realtà. Sbattere “il mostro
Replica all’articolo pubblicato sulla Stampa “non maltrattiamo i ragazzi nel li leghiamo. ” la mamma che protesta fa solo danni al figlio”. A firma di Maria Teresa Marchese
MINORE IN COMUNITÀ A CASALNOCETO DA CUI SCAPPANO CONTINUA-MENTE RAGAZZI. Avvocato Miraglia: «Giusto protestare se la situazione è drammatica. Intervenga il ve-scovo!» TORINO (7 Dicembre 2023). «Quanto dice il direttore della comunità terapeutica Paolo VI di Casalnoceto non corrisponde al vero, per lo meno per quanto riguarda la mia assisti-ta». L’avvocato Miraglia interviene a seguito di alcuni articoli di stampa che riportano la posizione del direttore della comunità, contro la madre di un ragazzino di undici anni, ospite della struttura, che da tre anni non lo incontra e non sa nemmeno come stia. Da due giorni staziona in tenda davanti al cancello per cercare di parlare con qualcuno. Finora, nonostante appelli accorati, non è mai stata ricevuta. «Addirittura la struttura si è rifiutata di far entrare il tecnico incaricato dal tribunale di svolgere una perizia per valutare il rap-porto madre figlio