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Cassino: bambine “rapite” alla zia dai servizi sociali. Il Sindaco si dice all’oscuro di tutto

Avvocato Miraglia: «Fatto gravissimo, visto che è lui il tutore delle bambine»

FROSINONE (13 Aprile 2021). Il sindaco di Cassino nulla sa, o dice di non sapere, delle bambine “rapite” alla zia da parte dei Servizi Sociali: eppure gli assistenti sociali lavorano per il suo Comune ed è lui il tutore delle due bambine. «Se davvero è all’oscuro di tutto, è un fatto gravissimo» dichiara l’avvocato Miraglia, al quale la zia delle due bambine, a lei affidatele dal tribunale, si è rivolta chiedendo di dichiarare illegittimo l’allontanamento delle sue nipotine. Martedì scorso le aveva accompagnate in municipio, convinta che avrebbero visto il padre nel corso di un incontro protetto disposto dal tribunale, invece, quando è andata a riprenderle, ha scoperto che gli assistenti sociali le avevano portate in una comunità nascosta. Senza motivo, dal momento che le due bambine di 8 e 11 anni sono brave e serene, frequentano la scuola con ottimo profitto e al pomeriggio la zia ha sempre garantito loro la frequenza ad attività ludiche e sportive.

«Il sindaco, loro tutore» prosegue l’avvocato Miraglia, «ci spieghi allora quali sono i motivi “di urgenza e di pregiudizio imminente”, come dice la norma, per i quali è stato disposto l’allontanamento coatto delle due bambine dalla casa in cui vivevano serene, senza che potessero portare con sé un vestito di ricambio, senza un libro di scuola, senza i loro giochi. Se invece, come afferma, non era a conoscenza di questo allontanamento, il fatto è ancor più inaccettabile e vergognoso: come può un sindaco, che ripeto è il legale tutore delle bambine, non sapere che è stato dato atto a un provvedimento così autoritativo. A questo punto chiediamo che convochi la zia e le spieghi cosa è successo oppure che denunci pubblicamente l’operato dei suoi assistenti sociali, che hanno agito non solo in malafede, non solo contro la legge, ma, a questo punto, pure alle spalle del primo cittadino. E chiediamo ai consiglieri d’opposizione di prendere posizione in merito a una simile situazione. Nel frattempo si è fatta avanti una testimone, che ha assistito all’allontanamento brutale delle due bambine e che ringraziamo pubblicamente».

Il suo racconto è agghiacciante. Passeggiando dei pressi della villa comunale, martedì pomeriggio aveva notato un capannello di gente circondare due bambine in lacrime, che piangevano disperate. Ad un centro punto la più grande ha urlato che «in quel posto non ci voleva andare» e ha invitato la sorellina a scappare. A quel punto uno degli operatori, nel tentativo di trattenerla, l’ha fatta ruzzolare per terra. Dopodiché le hanno portate via. La signora, tra l’altro, ha saputo direttamente da una delle insegnanti della bambina più grande che la ragazzina è la prima della classe e che a scuola sia lei che la sorellina si sono sempre presentate ben curate. Solo che da mercoledì i loro compagni non le hanno più viste tornare a scuola. «E vogliamo sapere perché» conclude l’avvocato Miraglia.

Fondatore dello studio Miraglia Associato, esperto di Diritto penale, di Famiglia e Diritto Minorile; giornalista-pubblicista; mediatore familiare (Iscra di Modena 2012); mediatore criminale e intelligente nell’investigazione (Istituto Universitario della Mediazione Vibo Valentia 2013); docente e direttore di master all’INPF (Istituto Nazionale Pedagogia Familiare)